Il mio Blog e il mio sito diventano una sola cosa...www.sebastianozanolli.com

Ciao....il mio blog ed il mio sito diventano una sola cosa.

Da oggi, 17 Settembre 2009,

www.sebastianozanolli.com raccoglie tutto. Opinioni, spunti, strumenti, commenti, dati e date, appuntamenti, foto, files...

Insomma...questo blog che mi ha dato tanti amici e soddisfazioni cambia indirizzo....ma non cambia anima.

Ci mancherebbe...

Grazie per l'affetto. Davvero.

Sebastiano

martedì 15 settembre 2009

Quanto tempo c'è?


Quanto tempo c’è?
Me lo chiedo spesso.


Per uno come me che predica l’efficienza, la chiarezza di intenti, la velocità questo è un quesito che ritorna a galla, per quanto tu tenti di affogarlo come si fa con l’alcol e con un brutto sentimento.
Quanto tempo c’è prima che sia troppo tardi?
Quanto tempo c’è, e per contrappunto, quanto veloce devo andare?
Si, perché la velocità è una di quei salatini che ti arrivano sempre quando sei assetato di tempo
E poi la velocità sarà buona o cattiva.
Amica o nemica?
Perché le olive del mio albero ci mettono sempre lo stesso tempo per nascere, crescere e maturare?
Rifletto e gusto questo pensiero come un si fa come con un cioccolatino.
Mi si scioglie in bocca e mi rimane il dubbio se in tanta scioglievolezza non rimanga un osso duro in fondo.
In natura tutto ha il suo tempo.
La sua velocità.
Sempre quella.
Puoi pregare e disperarti. Strapparti un braccio e bestemmiare. Blandire il destino e fare il ruffiano.
Sono sempre nove i mesi della gestazione.
Condannati a rispettare i tempi.
Sollevati dalla responsabilità di accorciarli.
E lo spermatozoo più veloce?
Il falco pellegrino?
La mosca quando scappa dallo schiaffo mortale?
Già. La velocità è un sottoprodotto.
Una necessità sociale.
Un prodotto della competizione.
Che ti rende più facile la vita, come al ghepardo o allo struzzo.
E che a volta presenta un conto.
Guardo dalla finestra della palestra.
Un luogo fintamente lenta ma magistralmente veloce.
Un tempio della finalizzazione degli sforzi umani.
Parcheggia una renault kangoo.
Un’auto che si può attrezzare per portare anche una sedia a rotelle.
Come questa.
Scende una signora che lascia tutto sul sedile.
Borsa, chiavi, giacca.
Deve scendere e aprire la portiera scorrevole opposta.
Deve aprire il portellone dietro.
Deve scaricare una pesante carrozzina a cui attacca delle pedane per appoggiare i piedi di chi dovrà usarla.
Deve prendere di peso la bambina ormai adulta che non si muove se non per fare vagare lo sguardo tra lo sperso e il divertito.
Uno sguardo che è un miliardo di chilometri dalle saune, dai pesi, dalle barrette dietetiche.
In un pianeta tutto suo.
Il pianeta delle carrozzine e delle mamme stanche.
Mamme ormai più piccole di quelle piccole bambine cresciute ed immobili.
Mamme lente.
Costrette ad essere lente.
Che vanno alla velocità del cuore.
Del loro.
Deve sistemare la bambina e legarla con delle cinghie perché non cada.
Deve mettere nella borsa dietro allo schienale tutto ciò che le servirà.
Una serie di oggetti che non distinguo e che ad oggi ho avuto l’immeritata fortuna di non dovere usare.
Deve richiudere l’auto dopo aver raccolto le sue cose.
E adesso spingere.
Spingere sopra i marciapiedi, tra le auto parcheggiate male e le crepe del cemento.
Una mamma lenta.
Costretta ad essere lenta.
Che va alla velocità del cuore di chi ha parcheggiato male e di chi non si prende cura di tenere a posto il marciapiede.
Sono passati 20 minuti.
20 minuti solo per scendere da un auto.
Provo per quella donna la stessa ammirazione che provo per il Dalai Lama.
Quella bambina ha avuto il suo pezzettino di fortuna in mezzo a tanta vita dura.
Non so come farei.
Prego Dio di tenermi una mano sul capo e una sulla spalla dovesse succedermi qualcosa del genere.
20 Minuti.
Non mi sono allenato.
Finisco qui.
Per oggi può andare a farsi fottere anche l’allenamento.
Andava in onda una lezione più importante sul canale che si vede dallo spogliatoio.
Mi è sembrato di capire qualcosa.
Si corre quando si può perché a volte non puoi più.
Si corre perché oggi si e domani forse.
Si corre perché non sappiamo né quando né come.
Si corre perché da allenati si può anche andare piano ma non viceversa.
Si corre per non dovere avere il rammarico di dire che non avevi almeno provato.
Si corre perché prima o poi dovrai rallentare, se non per te, per amore di qualcun altro.
Si corre perché quando il cuore chiama ci si deve fermare.
Quanto tempo c’è?
Troppo poco se stai alla finestra, troppo se spingi sul marciapiede.



lunedì 24 agosto 2009

Michela Murgia con Sebastiano ed Alessandro Zaltron a LIBRIAMO2009. Sabato 29 agosto alle 21 nel Chiostro di S. Corona a Vicenza

Chi ha riso (amaro) ed è rimasto turbato vedendo al cinema Tutta la vita davanti di Paolo Virzì ha la possibilità di conoscere l’autrice di quella storia, Michela Murgia. La scrittrice sarda sarà infatti ospite della quarta edizione di LIBRIAMO, il festival letterario vicentino (www.libriamo-vicenza.com). Appuntamento sabato 29 agosto alle 21 nel Chiostro di S. Corona a Vicenza, ingresso libero.
Michela Murgia, scrittrice e blogger, è nata a Cabras (Oristano) nel 1972. Dopo gli studi teologici è stata webmaster, manager, operatrice in un call center.
Da quest’ultima esperienza è nato il libro Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria (2006, Isbn), il diario in presa diretta di un mese vissuto nell’inferno del telemarketing. L’autrice ha venduto al telefono aspirapolvere a migliaia di casalinghe per conto di una grande multinazionale americana. Intanto annotava, apprendeva e soffriva in prima persona le tecniche di condizionamento e le riunioni motivazionali, le premiazioni e le umiliazioni pubbliche, orari, salari e punizioni aziendali... Il libro racconta la precarietà, riuscendo miracolosamente a fare ridere.
Nel 2008 ha pubblicato per Einaudi Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede, omaggio alla sua terra, di cui la Murgia dice «per quanti indirizzi abbia cambiato in questi anni, dentro non ho mai smesso di abitarla, sognandola indipendente in ogni accezione del termine».
Il suo ultimo libro è il romanzo Accabadora (2009, Einaudi). Accabadora è la vecchia che adotta la bambina Maria, è la sarta del paese, ma è anche “l’ultima madre”, colei che, quando è necessario, entra nelle case per portare una morte pietosa.
Moderano l’incontro gli scrittori Sebastiano Zanolli e Alessandro Zaltron. Zanolli, manager, ha pubblicato quattro libri per Franco Angeli: La grande differenza - Una mappa utile per raggiungere le proprie mete (2003), Una soluzione intelligente alle difficoltà quotidiane - Creare reti di relazione per affrontare il caos di ogni giorno (2005), Paura a parte - Riflessioni e suggerimenti sul lavoro, la vita e la paura in un mondo precario (2006), Io, società a responsabilità illimitata - Strumenti per fare la grande differenza (2008). Zaltron ha pubblicato Manuale per i(n)felici amanti (2003), guida semiseria su “come sopravvivere alla coppia”, il romanzo Riceviamo e volentieri (2007) e Piccole memorie dalla Grande guerra (2008).
Da ricordare l’iniziativa “Incipit”: in apertura di incontro, l’attrice Stefania Carlesso leggerà la pagina iniziale dell’ultimo libro dell’autore presentato.

LIBRIAMO2009 è una manifestazione promossa dal Comune di Vicenza (Assessorato alla Cultura) organizzata dall’Associazione culturale Zoing! e patrocinata dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Vicenza.

Ufficio Stampa
393 9632221
Per informazioni: tel. 328 2143191 - info@libriamo-vicenza.com

martedì 4 agosto 2009

Gentilissimo a rispondere....interessantissimo nella risposta...


Kikos Papadopoulos
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Ciao Sebastiano Rispondo al tuo interessantissimo video su linked in con una delle piu belle poesie di Constantino Kavafis, "Itaca". Si! Infatti il mondo e` molto veloce, il business ancora piu veloce, e altretanto lo sono i sogni. Bene o male siamo una massa che viaggia tutta insieme in fretta, manipolata e guidata a volonta. E cosi ne deriva solitudine, violenza e sogni effimeri. Viaggiamo con dipendenze silenziose messe dentro un lievito ben amalgamato da non vederle, pero c'e` sempre ... Itaca ...


Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sara` questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, ne' nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi, va in molte citta` egizie impara una quantita` di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra` deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Il video di presentazione di "Io, societa' a responsabilita' illimitata"

Un Video che vale : Last lecture di randy Pausch

- "Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri".